Le uova di alcuni dinosauri avevano un periodo di incubazione compreso tra tre e sei mesi, lasso di tempo lungo che potrebbe avere influito sull’estinzione dei giganti del passato.
E’ quanto emerge da un nuovo studio pubblicato dalla rivista Pnas e per il quale sono stati analizzati i denti fossilizzati degli embrioni di alcuni animali preistorici. Fino ad oggi si credeva che l’incubazione delle uova dei dinosauri non volanti fosse più simile nei tempi a quella degli uccelli che a quella dei rettili, ma gli esperti delle università della Florida e di Calgary e del Museo americano di Storia naturale hanno smentito questa teoria.
Il prolungato periodo di incubazione, si legge nello studio, “potrebbe avere influito sulla capacità dei dinosauri di competere” con altre specie di uccelli, rettili e mammiferi che si riproducevano più velocemente dopo l’estinzione di massa avvenuta 66 milioni di anni fa nel periodo del Cretaceo-Paleocene.
“Sappiamo molto poco sull’embriologia dei dinosauri, ma si relaziona con molti aspetti dello sviluppo, della storia della vita e dell’evoluzione”, dice Mark Norel, uno degli autori dello studio, esperto del Museo americano di Storia naturale. Ma ora, aggiunge, con l’aiuto di strumenti avanzati come la tomografia computerizzata e i microscopi ad alta risoluzione “stiamo facendo delle scoperte che non avremmo potuto immaginare vent’anni fa”. Tra i fossili analizzati, quelli appartenenti a un Protoceratops, trovati nel deserto dei Gobi, del peso di 194 grammi, e quelli di un Hypacrosaurus trovato in Canada, di quattro chili di peso. In primo luogo, gli investigatori hanno scansionato le mandibole degli embrioni per visualizzare la dentizione in formazione, quindi hanno utilizzato i microscopi avanzati per analizzare le linee di crescita presenti nei denti di tutti gli animali. Queste linee si formano quando i denti si sviluppano e sono come gli anelli che si contano nei tronchi degli alberi. Ma nel caso dei denti si formano ogni giorno, e così è possibile “contare per vedere in quanto tempo si è sviluppato ogni dinosauro”, spiega Gregory Erickson, dell’Università della Florida. Seguendo questa metodologia, gli scienziati hanno determinato che gli embrioni di Protoceratops avevano circa tre mesi al momento della morte, mentre quelli di Hypacrosaurus circa sei mesi. Questo indica che per i dinosauri non volanti il tempo di incubazione era più vicino a quello dei rettili. Gli esperti tuttavia sottolineano che il risultato dello studio avrebbe potuto essere “differente” se fosse stato possibile analizzare le uova di dinosauri più simili agli uccelli, come il Velociraptor, ma al momento non sono ancora state scoperte uova di questa specie.
Queste conclusioni potrebbero aiutare anche a capire le cause dell’estinzione dei dinosauri. Uno sviluppo embrionale lento rappresenterebbe infatti uno svantaggio rispetto ad altri animali che riuscirono a sopravvivere all’estinzione avvenuta nel periodo del Cretaceo-Paleocene, 66 milioni di anni fa.